Marketing 3.0 il paradosso della Globalizzazione

Il Marketing 3.0 è culturale

Il Marketing 3.0 è il tema che ho iniziato ad affrontare dall’inizio di quest’anno in questa rubrica di approfondimenti perché, dovendo essere sempre aggiornato, ho ritenuto potesse essere utile ai più riportare i temi affrontati, in più è utile a me per fissare i concetti che ritengo più importanti.

In questa prima serie di approfondimenti sto trattando il libro scritto da Philip Kotler con altri due autori, il titolo è Marketing 3.0 dal prodotto al cliente all’anima.

Il primo articolo scritto a riguardo è una presentazione del libro, il secondo tratta l’aspetto del marketing collaborativo, in questo terzo pezzo andrò a parlare di quello che gli autori definiscono, Marketing Culturale.

Secondo gli autori una delle forze che insieme alla tecnologia forma nuovi atteggiamenti nei consumatori è la Globalizzazione, che coinvolgendo tutti genera una economia interconnessa; solo che a differenza della tecnologia essa genera la nascita di fenomeni che tendono a controbilanciarla.

I paradossi della Globalizzazione

Gli autori infatti individuano nella globalizzazione dei movimenti che nella ricerca di un giusto equilibrio vanno a dare origine a dei veri paradossi.

Tendenzialmente si evidenziano tre tipi di paradossi della globalizzazione:

politico, economico e socio-culturale.

Io voglio approfondire quest’ultimo in quanto è quello che più influenzerà la sfera delle attività locali, proprio perché essendo una tendenza, toccherà al Marketing 3.0 “calvalcarla”.

Per effetto della tecnologia questo paradosso riguarda molto i singoli individui, che cominciano ad avvertire pressioni che derivano da una contraddizione evidente, i consumatori infatti diventando sempre più cittadini globali sentono però di restare comunque “radicati ad una realtà locale“.

I paradossi, stimolando una presa di coscienza dei problemi sociali, economici e ambientali, portano le imprese a competere per apparire gli occhi della società come punti di riferimento in grado di offrire una direzione.

Perché in questo modo si rivolgono proprio alle ansie ed ai desideri delle persone, da ciò ne deriva un nuovo modello di campagne di marketing per le imprese, volto a cavalcare il paradosso socio-culturale facendo del marketing culturale, il quale avrà un impatto più elevato sui consumatori.

Parliamo di aziende che nel loro approccio al marketing tengono conto degli interessi pubblici, spesso infatti le aziende che fanno marketing culturale sono ben radicate su un territorio, proprio perché hanno la possibilità carpire “le esigenze di quella parte di cittadini avversa agli aspetti negativi della cultura globale, simboleggiati dalle grandi multinazionali“.

Secondo gli autori poi, le marche culturali sono efficaci solo nell’ambito di società peculiari e circoscritte, cosa che rende questo aspetto molto interessante per le realtà locali.

Attività locali che possono così guardare con fiducia al futuro, puntando alla valorizzazione delle eccellenze locali e all’impegno nell’indicare la giusta direzione in base alle esigenze di una data realtà.

Il Marketing culturale dunque è un altro dei pilastri del Marketing 3.0, il primo era il marketing collaborativo, perché “prende in considerazione i desideri e le preoccupazioni dei cittadini del mondo globalizzato“.

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