linkbuilding matt cutts imparando a capire contenuti meno enfasi sui links

Google VS linkbuilding

Google non vede di buon occhio chi cerca di manipolare il suo algoritmo, vi è in ballo la sua immagine la sua affidabiiltà

L’intelligenza artificiale del motore di ricerca non sembra poi essere così intelligente se poi non le vengono fatti assimilare concetti portanti su cui basare i propri ragionamenti dagli ingegneri di Google.

Da un punto di vista squisitamente tecnico e relativo al posizionamento sui motori di ricerca Google sembra avere iniziato la sua lotta ai backlink da molto lontano.

Ma cos è un backlink?

Tecnicamente è un semplice collegamento da una pagina internet ad un’altra.
In ambito seo, può portare valore e rilevanza alla pagina web destinataria di quel collegamento perché considerata nella concezione primordiale del link stesso, una risorsa valida nel processo di navigazione o di approfondimento dell’utente.

Quindi con l’aumentare delle tecnologie legate al web, tutte le metriche relative al posizionamento dei siti web sui motori di ricerca sono andate man mano complicandosi, assumendo poi un loro peso specifico nell’assegnazione del valore di una determinata pagina all’interno dell’indice di Google in relazione ad una parola chiave prima e, solo da qualche anno, ad un contesto semantico poi (o bouquet di parole chiave).

La compravendita di link è il problema

È scontato che essendo i link uno dei principali fattori di posizionamento chi era in possesso di siti web di un minimo valore abbia iniziato a vendere link.

Successivamente con l’implementazione di nuovi fattori di posizionamento come la maggiore rilevanza di un link da un sito tematicamente attinente al sito destinatario è nato il mercato dei link “da siti a tema”.

La reazione di Google alla compravendita di Link

Il problema per Google è chiaro quindi, la sua reputazione dipende dalla rilevanza delle risposte del suo algoritmo.

Se questo viene raggirato da semplici spostamenti di qualche decina / centinaia di Euro vi è la certezza che i risultati saranno poi popolati da contenuti di scarso valore.

Nel cercare di ovviare al problema Google non ha eliminato di sana pianta l’incidenza dei link nel calcolo del valore da assegnare ad una pagina, però ha iniziato ad apportare accorgimenti sostanziali.

Come detto.

Prima un maggiore numero di metriche atte a valutare la qualità dei siti web e dei loro contenuti, poi altri fattori che hanno il compito di rendere chiaro se una pagina web e un sito sono in generale apprezzati dai visitatori, fino ad arrivare a fattori squisitamente tecnici come la fruibilità da mobile dei siti web o la velocità di caricamento di una pagina web che si è venuta a creare con l’esplosione dell’utilizzo del web da smartphone.

Le dichiarazioni sostanziali

 

link building matt cutts meglio marketing e contenuti
Non preoccuparti della link building, pensa piuttosto a creare contenuti avvincenti e a concentrarti sul marketing

 

linkbuilding matt cutts imparando a capire contenuti meno enfasi sui links
Col tempo andremo a comprendere sempre meglio chi scrive qualcosa e qual è il vero senso dei contenuti, e così vi sarà minore enfasi sui link

E poi vi è questa:

“We don’t have a version like that, that is exposed to the public, but we have run experiments like that internally, and the quality looks much worse. It turns out that backlinks, even though there’s some noise and certainly a lot of spam, for the most part are still a really big win in terms of quality of search results. So we’ve played around with the idea of turning off backlink relevance and, at least for now, backlink relevance still really helps in terms of making sure that we return the best, most relevant, most topical search results.”

“Abbiamo fatto test qualitative internamente e per adesso la rilevanza dei backlinks aiuta a restituire risultati migliori, più rilevanti ed attinenti”.

A che punto siamo con la lotta tra Google ed i backlinks:

Sembra ovvio dunque che Google è alla ricerca di un modo per ridurre il peso specifico dei backlinks, il lavoro svolto in questa direzione è tanto e lo si può valutare da alcuni aspetti pratici e notizie concrete.

Ecco alcuni fatti a supporto della tesi:

Fatto 1 IL NON CONTENUTO

I siti più popolari a Marzo 2017 sono stati: Google, Facebook, YouTube, Yahoo!, Amazon, Wikipedia, Twitter, Bing, eBay and MSN.

Solo due di questi però sono siti content oriented, youtube e wikipedia.

Uno offre contenuti video, l’altro contenuti testuali.

Questo non vuol dire che il contenuto non abbia una sua rilevanza, anzi ne ha sempre di più come affermato dallo stesso Matt Cutts, però i dati lasciano intravedere quanto il livello di interazione con il un sito abbia un valore importante e sicuramente sarà considerato uno dei fatti per valutare un sito ed uscire dal “tunnel del backlinks”, quindi l’esperienza di navigazione e il grado di coinvolgimento che un sito web offre è molto importante.

Già adesso infatti il livello di profondità di una visita su un sito, il tempo di permanenza ed altri fattori attestanti il gradimento e la qualità del sito visualizzato sono segnali importanti per il motore di ricerca.

Fatto 2 Google legge i testi nelle immagini

Google legge oggetti e testi nelle immagini,  un articolo su come Google legga e posizioni le immagini lascia comprendere che è possibile riuscire ad ottenere un buon posizionamento anche grazie all’utilizzo delle immagini, a livello locale quindi è possibile lavorare per costruire un Brand anche attraverso un uso ragionato delle immagini andando anche oltre il solito Tag Alt e Description.

Ad esempio da Agosto 2017 infatti Google ha reso possibile grazie al markup schema.org la possibilità di ottenere badges sulle foto dei prodotti nelle serp immagini.

Altro aspetto interessante questo per le attività locali.

 Fatto 3 I video aumentano visite al sito e posizionano meglio

Avere un video in Home Page incrementa notevolmente il posizionamento del tuo sito web in prima pagina.

Ottenere la prima pagina non è direttamente consequenziale alla pubblicazione di un video nella home page del proprio sito.

Però.

Un video può aiutare a trattenere maggiormente i visitatori sul sito web, permanenza che è un fattore di ranking, bisogna dunque considerare la possibilità che i visitatori possano condividere la pagina contenente il video o il video stesso sui social accrescendo così la possibilità di ottenere link ingresso, ma a parte ciò.

Sempre nell’ottica della costruzione di un BRAND a livello locale può risultare determinante avere un canale youtube attivo che offra contenuti validi anche da poi embeddare poi all’interno del proprio sito web.

Tutto questo dimostra che il motore di Ricerca si sta muovendo verso una valutazione dei siti più orientata alla rilevanza ed all’autorevolezza del sito, per ottenere ciò è necessario costruire questo tipo di caratteristiche utilizzando logiche di costruzioni del brand e non spammando parole chiavi all’interno dei testi e inviare link scadenti per ottenere qualche posizione in più nelle seconde e terze pagine del motore di ricerca (che tanto raramente portano visite ed ancor più raramente clienti).

Se hai un’attività locale e vuoi ottenere risultati concreti allora contattaci.

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