Blog aziendale, marketing e vaffanculo terapeutico

Siamo tutti adulti quindi non vi scandalizzate per la parolaccia, tant’è che nemmeno word me la segna in rosso.

Sono ormai 7 mesi che okkei.it è il mio blog personale, dove ci scrivo quello trovo, quello che imparo, quello che so e qualche idea o consiglio che mi sento di poter dare.

L’argomento è il marketing prettamente applicato al web e come le piccole medie imprese possono sfruttarlo.

Al contrario di tutto quello che metto in pratica quando lavoro per un cliente, questo blog è nato per caso e si sta evolvendo piano piano, ci faccio esperimenti da un punto di vista comunicativo, grafico, tecnico, insomma mi serve per i fatti miei.

Però una cosa che mi ha sempre dato molto fastidio è il fatto di non aver mai deciso del tutto il tono di voce del mio blog, ovvero il mood comunicativo, cioè il modo in cui rivolgermi a chi legge.

Ho già scritto che un blog aziendale è letto da appassionati, da esperti dello stesso argomento e da clienti.

Però il tono di voce è importante, perché è la tua anima che viene fuori dalle parole che scrivi.

Ovviamente ci sono paletti dovuti al settore di cui ci si occupa, al tipo di argomento e al tipo di utente che si vuole attrarre ma resta il fatto che la genuinità  è il fattore principale in un blog.

“Qualità, condizione di ciò che è genuino: gdi un prodottodi un documentogdi un sentimentodi un’espressione

treccani

Ad esempio una società di consulenze per gli enti pubblici come la Logos P.A. se avesse un blog aziendale non potrebbe certo rivolgersi ai lettori dandogli del tu, ma anzi dovrebbe avere un tono di voce molto formale.

Una scuola di Recupero anni scolastici invece potrebbe scegliere nel suo blog interno il tipo di approccio da usare con i suoi utenti, considerando che questi potrebbero essere adulti, genitori o ragazzi.

Io invece ho un blog che parla di me, del mio lavoro  e di come il web può essere utile a chi fa impresa.

Io, Io, Io.

Quindi ho deciso, il mio sarà un approccio diretto, ti parlerò senza fronzoli o giri di parole, ti dirò le cose come stanno.

A costo di scatenare l’ira dei benpensanti che votano PD (è questa una battuta! Ripresa da una canzone dei 99 Posse, Napoli, ma attualizzata.).

Passiamo al Vaffanculo.

Da piccolino ho imparato dai miei genitori, e crescendo dagli screzi con la mia adorata mamma, che per quanto riguarda questioni di una certa rilevanza il dialogo è fondamentale, infondo pure Troisi lo diceva no? A parola, a parola risolve tutto quanto.

Si ma quale parola, chiosava il grande Massimo.

Vaffanculo!

La parola Massimo è Vaffanculo.

Ma non per una questione di volgarità, o maleducazione no, per un fatto terapeutico.

Se non siamo d’accordo sulla linea politico di un partito, sulla prestazione di un calciatore, sul fatto se io sia tenuto o meno a dover cambiare una lampadina perché tu mogliettina cara hai appena fatto i piatti mentre io scrivevo l’articolo sul blog aziendale, invece di insistere su chi debba o meno avere ragione, invece di tenere il punto ad ogni costo, usate il vaffanculo. È terapeutico. Tanto comunque l’unica cosa su cui concordate è proprio il fatto che non siete d’accordo su qualcosa di veniale.

E allora prima gli affetti, poi la mia squadra di calcio a pari punti con l’integrità etica e morale poi il resto.

Quindi Vaffanculo, il mio blog lo voglio gestire senza reverenze e senza formalità.

Parlerò come Mangio. Sarò io. Sarò me stesso.

Questo non cambia l’obiettivo, la Mission continuerà ad essere quella di Aiutare gli imprenditori locali a fare web da sé. Cambia solo il tono di voce.

vaffanculo terapeuticoAnche perché tutta questa scienza degli esperti di marketing online, tutta questa formalità nel far vedere quanto si sia bravi e professionali, a me non interessa. Chi lo ha detto che per essere professionali bisogna essere formali.

Io mi faccio un mazzo ogni giorno, e nonostante la quotidiana dose di incazzature e conseguenti turpiloqui a scopo terapeutico mi ritengo molto professionale.

Quindi nonostante il modo di pormi che avrò da oggi, proverò comunque a darti spunti che possano esserti utili.

Poi se ti piace quello scrivo bene, sennò vaffanculo.

Qui i scuso, così risulta antipatico, ma ci stava bene, il senso è che se ti piace quello scrivo puoi condividerlo, altrimenti puoi dirmelo in un commento, o cosa molto semplice cambiare pagina web.
Prima però…

Tu che approccio hai con i tuoi lettori / clienti?

Se vuoi scrivimelo in un commento.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *